Donne cervo sbattono i tacchi nelle loro foreste compromesse. Così attente a difendere una immaginaria dignità non sanno dimenticare di averne una concreta. Ammiro uomini molto intelligenti che raccontano le donne. Ma appena lo faccio comincio a sospettare una loro pochezza. Non posso evitarlo.
Uomini lunari si aggirano tra i tronchi. Avvertono la scissione senza traumi. Li osservo distribuire abilmente i pesi, rubare i loro giorni in segreto, con destrezza.
24/05/11
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4 commenti:
Granovisioni o piccole prose che si vorrebbero leggere in volume, prima o poi (somigliano a qualcosa scritto da Breton, ma non so se ti fa piacere avere un'antenato).
A dirti la verità temo che gli uomini siano più organizzati per certe cose (lo dici tu stessa: "Li osservo distribuire abilmente i pesi, rubare i loro giorni in segreto...") e perciò temo la dispersione, l'intemperanza. Che peccato! :-) E se, invece, ci fosse il classico cassetto dove metti tutto ciò che scrivi per rileggerlo la sera? E' possibile, faccio l'ottimista, una volta tanto.
Accostarmi a Breton, un sollucchero da sostenere con eleganza, da conquistarsi a piccoli sorsi furtivi, Alex :) Usi parole che mi disegnano in due tratti semplici, - intemperanza mi piace molto e i tuoi timori sono fondati, entrambi -, così ora correrei subito a prendere la matita per tentare di osservarmi ridotta all'osso su carta.
Alcuni diari non li ho più, affidati a un vento impetuoso. Qualcosa nel cassetto c'è.
C'è anche un quaderno vuoto, che potrei riempire
perchè no..
Il tuo blog ha un nome bellissimo, mi ricorda la Sonnambula di Donizetti (opera).
I quaderni vuoti che delirio, sono la mia passione, ma temo di averne già troppi da qualche parte :-)
A presto
Vicki
Ciao Vicki in un certo senso l'opera c'entra, in effetti :)
I quaderni non sono mai troppi io trovo, stanno lì come un'attesa carica di energia, almeno quanto i libri ancora da leggere
Grazie Vicki, a presto
Elena
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