Trovarsi in un punto diverso dello spazio costringe a riconsiderare la prospettiva sul proprio territorio abituale. In quest'ottica non conta tanto la destinazione del viaggio quanto l'ampiezza nello slittamento dell'orizzonte.
Percezione
Ovunque quindi, purché insolito. L'improvvisa cascata di visioni e sensazioni impreviste si configura come movimento-rapida accelerazione sensoriale. A essere messa alla prova é soprattutto la disposizione ad assorbire ciò che quel preciso momento consacra a "ciò che accade" senza offrire il fianco alla pretesa di inciderlo permanentemente nel tessuto mentale; indulgere all'istinto della dilatazione percettiva proprio della psiche considerevolmente sollecitata, al fine di assimilare la miriade di sfumature di sapore, luce suono temperatura e colore che allaga la coscienza: l'effetto spugna dimenticato in qualche punto-spazio-tempo imprecisato dell'infanzia.
Tempo
Se in vaggio é sempre necessario difendersi - dovrebbe esserlo - dalla frenesia di scattare centinaia di fotografie, è perché appare subito chiaro che in questa dimensione il tempo ha modificato la propria natura assumendo i connotati confusi del caos che sfugge da ogni parte alle tenaglie della mente, la quale affannandosi dissennatamente vorrebbe imbrigliarlo e congelarlo esattamente com'é nel momento in cui ci abbaglia - cioé quando accade - almeno nella gabbia del ricordo, rendendolo eternamente tangibile. Quindi (estrema illusione) eternamente ripetibile.
Sospensione dell'ordine
La follia imperversa nell'affrontare l'ignoto e l'imprevisto, nelle decisioni veloci e nella comprensione del linguaggio esotico - regni in cui si deve sottostare alle leggi dell'intuito della musicalità e dell'istinto. Come dire: il vivere in viaggio é un vivere in regime di poesia.
Il ritorno
Il ritorno - sempre traumatico - chiarisce la curvatura del tempo prima che dello spazio.
Si traduce nell'immagine di essere costretti a tornare in un vecchio paio di scarpe quando la forma dei piedi é inesorabilmente cambiata.
2 commenti:
In ogni caso, bisogna testimoniare l'altrove.
Tu lo fai.
Grazie, Ettore
Elena
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