Un fiume di macchine procedeva poco più che a passo d'uomo sul G.R.A. carreggiata esterna, no invece interna, e dire che sono di questa città in qualche modo, anche se non proprio, e comunque con le carreggiate del raccordo anulare proprio non riesco a fare pace, e ascoltavo Jeff Buckley, voce traboccante di dolcezza e di qualcos'altro di sofferto e compresso.
"Twenty-nine pearls in your kiss
A singing smile
Coffee smell and lilac skin
Your flame in me ..."
All'altezza dell'Appia, poco prima del tunnel, sulla mia destra una Mercedes da centinaia di migliaia di euro ha cominciato a mostrare nervosismo: accelerava-frenava (per forza, eravamo quasi fermi) e mi sono sorpresa che non montasse sopra la mia sgualcita e perennemente appicicosa macchina, impiastricciata di polline resina e foglioline così com'è solitamente in questa stagione. Mi sono voltata per vedere chi ci fosse alla guida. Era un uomo abbronzato con gli occhiali da sole (eravamo quasi nel tunnel alle otto di mattina, ma vabbè, il fascino va coltivato in ogni occasione) che senza aprire il finestrino mi invitava a leggere il suo enfatico labiale accompagnandolo con gesti da teatro. "Per FiUUmicIInOOO vadO bEnEE????" la mano tesa e rigida si muoveva come una paletta scattando lateralmente verso l'uscita del tunnel, e io per poco non morivo dal ridere perché questo gesto è piuttosto usato tra i romani, di solito per invitare gentilmente l'interlocutore a imboccare con rapidità la strada di casa, ovunque essa si trovi. Cercando di non ridere ho mimato un "SIiiii" più ampio che potevo dondolando la testa in modo teatrale, non avendo nemmeno avuto il tempo di aprire il finestrino, e comunque ormai si doveva aderire allo stile nevrotico-metropolitano del dialogo. Ho fatto appena in tempo a fare due cicli di dondolamento con la testa, quando una sagoma grigia è sfrecciata in avanti oltre il muso della mia macchina, ficcandosi in mezzo alla fila in frenata, l'uomo ancora con una mano alzata, credo per lanciarmi una specie di ringraziamento volante, mentre zigzagava tra le auto.
"Hmm, such a thing of wonder in this crowd
I’m a stranger in this town
You’re free with me
And our eyes locked in downcast love..."
Intanto ero uscita dal tunnel, ho aperto il finestrino. L'aria era fresca e dolce e mi solleticava la nuca e le spalle, e ho pensato: che belli i capelli corti. Ricresceranno presto, ciuffo sugli occhi compreso. Si.
"Oh, I’m only here for this moment
I know everybody here wants you
I know everybody here thinks he needs you
I’ll be waiting right here just to show you
How our love will blow it all away
I know the tears we cried
Have dried on yesterday
The sea of fools has parted for us
There’s nothing in our way
My love
Don’t you see, don’t you see?
You’re just the torch to put the flame to all our guilt and shame
And I’ll rise like an ember in your name... "
4 commenti:
I capelli ricrescono sempre. Sempre.
Si. Sempre. Nel frattempo io sono tante persone diverse.
Le tue "cartoline letterarie" (ti piace questa definizione? l'ho coniata adesso fresca fresca per te) sono lucide e appassionate nello stesso tempo. Con poche frasi hai reso palpabile lo iato dolce e doloroso tra il tuo mondo interiore e quello esteriore. Jeff Bukley l'ho scoperto pochi mesi fa e ho trascritto il suo arrangiamento del "corpus christi" di Britten dalla chitarra all'arpa. Su u-tube lo trovi sicuramente cantato da lui. Il pezzo è meraviglioso....e lui lo canta divinamente. Forse era troppo vicino al cielo e,come Icaro, ha finito per caderci dentro.
Maurizio grazie. Mi piace da matti la tua definizione. Un arrangiamento per l'arpa..
Vado ad ascoltare J.B.
Un abbraccio
Elena
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