In fin dei conti é probabile che siano più interessanti le cose che si decide di non scrivere.
L'altra cosa che mi viene in mente é che oggi ho impiegato un'eternità a tornare a casa. La fila sul grande raccordo anulare mandava in ebollizione le auto. Così ho deciso di uscire sull'Ardeatina e di percorrere una via interna ombreggiata da pini le cui radici sollevano il fondo stradale, e che dopo circa due chilometri attraversa l'Appia Antica. Dopo qualche centinaio di metri ero di nuovo in fila. Ho spento il condizionatore e aperto i finestrini. L'aria scricchiolava di resina bollente e frusciare d'erba secca. Eppure voltandosi a destra e a sinistra verso i ruderi ben disposti sull'acciottolato romano non si scorgeva che ombra verde, un desiderio ardente di frescura appagato da un semplice sguardo.
Mi é venuto in mente che da molto tempo non mi capitava di vivere così la sensazione del caldo di città addosso, nel respiro. Per qualche motivo ho considerato che ne valeva la pena in quel momento.
L'ultima cosa. Sarà normale questa frenesia di voler fare mille cose diverse, alcune delle quali so già che non realizzerò mai?
23/07/10
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2 commenti:
Secondo me è più che normale... l'importante è non perdere la voglia di voler fare mille e mille cose! ciao :)
Temo la dispersione. Ma forse é sbagliato.
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