03/05/12

The Waves (Le Onde)

Le Onde è un capolavoro letterario, il punto in cui si incrociano tutte le esperienze di Virginia Woolf, la realizzazione finale della sua personalità intesa come interiorità pura e come entità letteraria. Questo lo dice la lunghissima e tormentata gestazione, lo dice soprattutto la complessità a cui è pervenuta dopo l'enorme sforzo creativo che l'ha prodotta. Lo dice il fatto che la materia non è classificabile, nè assimilabile a qualcosa di conosciuto. Ma io lascio. Io continuo ad aggrapparmi ad altro. Al faro credo sia molto più di un romanzo, un'opera strutturata, enorme, in cui le strutture sono completamente invisibili e si intuisce altra strada da percorrere. Io le impalcature non voglio vederle. Qui c'è solo impalcatura, uno scheletro le cui carni sono già imputridite e finite, divorate dai vermi. Non so più dove finisce la struttura e dove comincia l'inganno. Non la menzogna, quella che Bernhard troverebbe addirittura inevitabile, ma l'inganno di un artificio che non lascia trapelare la volontà di chi lo usa, ma solo il suo insondabile terrore.
Io passo. Resto. Questo è l'esito finale, a cui evidentemente non è ancora il momento di arrivare.
E non mi faccio portare via da queste Onde.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che dispiacere leggere queste righe. Quando un mio conoscente mi impose di leggere Virginia Woolf mi fece una raccomandazione: non iniziare da "Le Onde". Così feci. Partii da Gita al faro e da lì tutto ciò che trovavo scritto da Virginia passava fra le mie mani, sotto i miei occhi: Una stanza tutta per sé, Tre ghinee,Momenti d'essere ed altri racconti. Ect. Quasi tutto. Finché pensai che fossi pronta per Le Onde.
E dopo averlo amato dico che Virginia Woolf è riuscita a fare ciò che nessun altro autore è stato capace di fare: eliminare il media (il libro), annullarsi (come scrittrice).
Mi spiego meglio: da Hugo a Tabucchi, da Boccaccio a Hemingway io LEGGO storie fittizie di personaggi immaginari scritte da persone in carne ed ossa.
Con Virginia Woolf avviene il contrario VIVO storie vere di persone in carne ed ossa che giungono a me attraverso un'entità astratta.
Lei insieme a Kafka ha rivoluzionato la letteratura mondiale nel mio modo di vedere le cose.
Ciò che Simone de Beauvoir recrimina a Virginia Woolf ne "L'età forte" in realtà è proprio quello che la scrittrice inglese è riuscita a fare. Ma la De Beauvoir aveva letto solo Gita al Faro... Doveva avere più pazienza!
Che dispiacere leggere queste righe e sapere che un libro che porto nel cuore non ha fatto innamorare anche qualcun altro.

Elena ha detto...

Naturalmente non è mia intenzione procurare dispiaceri, ma credo di intuire la ragione di queste righe.
Non credo di non aver capito Le Onde, credo di non riuscire a sopportarlo, almeno non per ora. Ho letto altri libri "senza libro", senza filtri. Mi viene in mente Estasi e Materia, Le Clézio è tra coloro che mi danno ancora da fare.
Ma nelle Onde c'è un respiro terminale che sprofonda nel baratro del nulla, l'annegamento non solo della storia, del libro e dell'autrice, anche della persona autrice, del tempo, anche del tempo del lettore.
Io al momento cerco di costruire la mia storia, di entrare nel tempo, di incastrarmi in questa cellula fatta di ore e minuti che camminano, magari creando spezzoni e frammenti; che raccontino di questa sostanza in cui siamo costretti a nuotare. Ho quindi una finalità opposta a quella di quest'opera che mi annichilisce.
Grazie di avermi dato modo di riflettere ancora su questo, e di aver spiegato meglio (spero) il mio pensiero.