26/05/10

Schegge

Lasciare che prima i capelli calassero come alghe impigliate pencolano dalle reti e solo poi la testa lentamente poggiasse sul cuscino, ora credo dovesse servire a non agitare le schegge infilate tra i pensieri. L'anta dell'armadio non é più come un tempo, non lo sono i miei fianchi di vetro. Ho nascosto le mani nel silenzio tra il volto e il tessuto. Non so se é servito. Un buio mortale ben lontano dal sembrare una notte ha sigillato la coscienza. Ma il corpo sa come trovare il suo naufragio, sgretolando dall'interno le sue maschere di argilla.



"Le parole che lui diceva piombavano in fondo a lei come alberi in un lago, che giacciono laggiù invisibili, agitati dalle turbolenze dell'acqua e si accumulano, con i rami accatastati, sempre più sul punto di irrompere oltre la superficie. Le parole erano in lei come tronchi pesanti, ammucchiati, a disegnare un'architettura segreta dei pensieri, la loro armatura sommersa (...)"

(Alice Ferney, La conversazione amorosa)


6 commenti:

quoyle ha detto...

"Un buio mortale ben lontano dal sembrare una notte ha sigillato la coscienza"

Mette i brividi, e' una scheggia dolorosa.
Fabio

Elena ha detto...

Ciao Fabio. E' bello che tu sia passato da qui.
Hai ragione, dà i brividi.
E' curioso: lo so soltanto adesso. Lo sento anche, adesso. E quasi vorrei scusarmene.

Elena

Alex ha detto...

Mi piace molto il tuo testo, senza retorica (rispetto alla narrazione di cui non sembri aver acquisito abitudini convenzionali), costruito con delle frasi che lasciano intravedere un mondo che non si riduce né al pensato né alla sensazione, come se volessi collocarti nel mezzo tra le due cose.(Ti troveresti bene a leggere Jean Thibaudeau, credo, e altri scrittori che in tempi non sospetti si sarebbero chiamati d'avanguardia). Spero che tu abbia altri testi da qualche parte, come questo, mi farebbe piacere sapere che esiste quel cassetto, probabilmente silenzioso.

Elena ha detto...

Alex. E' proprio questo che faccio, collocarmi nel mezzo. Non é così che viaggia la mente? La mia si. Una volta credevo di essere una persona ordinata, poi ho scoperto di essere solo paranoica. E adesso, lo sono ugualmente, forse di più, ma una paranoica disordinata. Vorrei esserlo meno, organizzare meglio l'andamento di un momento e dell'altro. Ma il disordine c'é in quel cassetto come in tutto il resto. Esiste, si, e silenzioso. Anche quando si schiude quel tanto che basta a far intuire la sua esistenza.
Jean Thibaudeau.. Non solo accetto il consiglio ma ti chiedo meglio cosa potrei leggere in italiano di suo o di altri insospettabili avanguardisti? L'estate é lunga. Non vedo l'ora.

Elena

Alex ha detto...

L'estate è lunga, è vero, anch'io sto pensando a quali libri (amici, complici, insiemi di frasi da ricordare) mi potrò portare dietro. Non è facile, ancora meno se gli scrittori sono bravi e per giunta francesi: Thibaudeau, per esempio, è stato tradotto poco da noi, che io sappia i titoli sono appena due: 'Ouverture' e 'Immaginate la notte', usciti nel '69 e nel '72. Non so se sono stati ristampati. Di recente hanno stampato un libro di Le Clezio molto intenso, un diario con inserti narrativi intitolato 'Estasi e materia'. Metterò degli estratti su Finzioni, a breve.

Ma quello che dici sulla paranoia
mi ha fatto anche pensare a Malina di I.Bachmann. Lo hai già letto? L'ho scoperto di recente, ho amato quel "delirio" di figure, certo disordinato per le convenzioni narrative che oggi ci soffocano o ci annoiano.

Elena ha detto...

No, non ho mai letto Malina o altro di I.Bachmann, ma lo farò per quello che ho letto da te e per quello che mi scrivi qui ora, davvero inrigante. E Le Clezio, intenso, va bene. E poi J.T. andrò a istinto.
Grazie Alex. Mi sento già molto più attrezzata ad affrontare l'estate.