27/10/12

04/09/12

Dal cassetto

[...] L’importante e il gregario parlavano col proprietario e ridevano come vecchi amici rimpatriati da qualche passato di cui compiacersi. Quando l’importante la vide arrivare le piantò le ciglia curve addosso smettendo di ridere. Lei lo fissò dentro e pensò che in quel singolo momento lo stava davvero controllando, ma non aveva la minima idea di come usare quel controllo, e il fatto era sentire che se non riusciva a capirlo presto si sarebbe ritrovata chiusa in un intreccio psicotropo di volontà maschili enormemente più vivide delle sue.

Adesso sarebbe impossibile concentrarsi su queste cose, per via degli smartphone e dei tablet. C’è questa astrazione psicosomatica da commento o gioco o condivisione che simula una partecipazione globale e continua, la presenza costante in un’area comune del tempo che anestetizza il presente, imbrigliando le possibilità di includersi realmente in qualcosa. [...]

22/08/12

Romain Gary, La vita davanti a sé

C'è una voce che sorprende, né ironica né banale né cinica che racconta una storia piana, né ironica né banale né cinica.


Il linguaggio buca il foglio e ci riesce persino con un reader. Punture di spillo disseminate in lungo e in largo tra le pagine. Ad ogni puntura ti agiti e continui a leggere.

Viene spesso voglia di prendere nota, non tanto per il contenuto di una frase quanto per la semplicità che rende potente e nitido ciò che è essenziale. Pura evidenza di sentimenti, situazioni, persone, e dell'atrocità del tempo.

I confini di ciò che è buono o cattivo, di chi è buono o cattivo, puro o contaminato, ignorante o capace di insegnare tutto ciò che serve, ingenuo o saggio, com'è naturale si confondono al punto che alla fine questa è la sostanza della storia.

Poi in questa sostanza della storia c'è un'altra sostanza ed è il grido che la riempie dall'inizio alla fine.
La lotta estrema pacifica e brutale per il diritto a morire.

13/07/12

?

Significa che mi disgregherò
che verrò smembrata tra le ganasce della moltitudine dentata
che niente sarà mai mio,
precisamente differente da ogni altra cosa

che niente entrerà in me come è per uscirne completamente diverso
e ogni volta di nuovo cambiato
ogni volta con un fremito diverso un riverbero in più o in meno
un picco tagliente o uno speciale bagliore lunare calante
un'ossessione
un mondo inesistente

che non sarò mai altro che dna da macello

12/07/12

Music is endless



A un certo punto la casualità smette di somigliare a sè stessa, somiglia molto di più alla necessità. All'improvviso ecco che tutto potrebbe assumere un certo significato oppure un altro. Ma non è mai possibile accorgersi con esattezza in quale momento accade o se accade davvero; e più sono vaghi i contorni più sembra faticoso sfuggire alle maglie di una logica che a un tratto si irrigidisce, e cerca ad ogni costo di incastrare tutti i pezzi in un insieme tragicamente armonico in cui le idee brancolano in una nebbia sottile e lattea. L'armonia fa questo. Ti afferra e cadi in una spirale di ipnosi in cui non ti è lecito pensare in una forma originale.
Questo è quanto mi è venuto in mente dopo aver letto Occhi blu capelli neri di Marguerite Duras.
Che non ha niente di armonico, nè di piacevole.
Va bene scriverlo qui. All'ombra di questa dolente imperfezione.

29/05/12

Eternal Life



Jeffrey Scott "Jeff" Buckley (November 17, 1966 – May 29, 1997)




(Sharing little drops of passion (life))




26/05/12

Appunto materico

Attraverso le parole si costruisce l'assenza, per sottrazione di sostanza. Mescolando densamente i colori e le ombre si produce materia.

11/05/12

Tutto dire

I discorsi sull'editoria sono barbosi in misura mortale.
Trovo molto più interessante la storia del servizio postale americano di Franzen.

07/05/12

Esempio di poetica industriale

Se riescono a decomprimerlo, qui c’è tutto marzo.

Nel caso in cui non riescano a farlo con questo tipo di compressione
provo ad estrapolarne solo alcuni blocchi.

Altrimenti per agire in modo un po’ più scientifico - quanto alle casistiche -
dovrò impegnarmi in uno studio più profondo

03/05/12

The Waves (Le Onde)

Le Onde è un capolavoro letterario, il punto in cui si incrociano tutte le esperienze di Virginia Woolf, la realizzazione finale della sua personalità intesa come interiorità pura e come entità letteraria. Questo lo dice la lunghissima e tormentata gestazione, lo dice soprattutto la complessità a cui è pervenuta dopo l'enorme sforzo creativo che l'ha prodotta. Lo dice il fatto che la materia non è classificabile, nè assimilabile a qualcosa di conosciuto. Ma io lascio. Io continuo ad aggrapparmi ad altro. Al faro credo sia molto più di un romanzo, un'opera strutturata, enorme, in cui le strutture sono completamente invisibili e si intuisce altra strada da percorrere. Io le impalcature non voglio vederle. Qui c'è solo impalcatura, uno scheletro le cui carni sono già imputridite e finite, divorate dai vermi. Non so più dove finisce la struttura e dove comincia l'inganno. Non la menzogna, quella che Bernhard troverebbe addirittura inevitabile, ma l'inganno di un artificio che non lascia trapelare la volontà di chi lo usa, ma solo il suo insondabile terrore.
Io passo. Resto. Questo è l'esito finale, a cui evidentemente non è ancora il momento di arrivare.
E non mi faccio portare via da queste Onde.

The waves

Esistono due scrittrici che venero senza vergogna, e queste sono Sylvia Plath e Virginia Woolf. Naturalmente per una donna dedita alla letteratura questo significa quasi seguire una moda, e quindi non mi considero particolarmente originale. D'altra parte ho smesso di sforzarmi di apparire originale molti molti anni, fa quando ho capito che l'originalità non mi apparteneva di diritto e che avrei dovuto sudarmela, qualunque cosa significasse. E poichè invece l'apatia è presente in dosi massicce nel mio dna ho scelto di non apparire originale quasi mai, e forse questo ha fatto si che negli anni maturassi un'interiorità offuscata ma comunque molto sviluppata. Da qualche anno c'è questa materia che fibrilla autonomamente, e non sono più stata in grado di ignorarla. Peccato che non sappia ancora cosa farmene di tutta questa interiorità che disturba, mi agita, mi deprime, mi entusiasma, mi confonde alla fine, stancandomi enormemente, ma con assai poca soddisfazione. Questa lungaggine doveva servire a spiegare il mio rapporto con la letteratura, e invece ha tutta l'aria di essere l'ennesimo episodio di outing della rete, il che non fa che aumentare la mia tristezza. Farò finta di niente, faccio autoanalisi tanto è gratis, e spero di riuscire prima o poi ad arrivare al punto, che è Le Onde, che ho iniziato a leggere con enorme entusiasmo dopo le belle pagine di Nadia Fusini, e che dopo poche altre pagine ho abbandonato. (segue..)

27/03/12

Garage

A ogni ciclo oscura la gola
un uccello mi sbatte le ali nella pancia
comincio con il credere ai fantasmi
quando la bocca si apre, lucido caprifoglio
si chiede se c'è un'ombra sottile china su una promessa ferrosa
mostra la sua maschera fiera un pò incolta
appare solo a volte  allo scatto secco della luce
e io che cerco di rinnovare un patto che sono l'unica a conoscere
sperando che con la schiena sappia immaginare sorrisi e tutto il resto

22/03/12

Come dire II

"[La letteratura] Corrotta, sa fingersi pietosa; splendidamente deforme, impone la coerenza sadica della sintassi; irreale, ci offre finte e inconsumabili epifanie illusionistiche. Priva di sentimenti, li usa tutti. La sua coerenza nasce dall'assenza di sincerità. Quando getta via la propria anima trova il proprio destino."

(Giorgio Manganelli, La letteratura come menzogna)

21/03/12

Come dire

«E comunque, la maggior parte delle cose più vere è meglio lasciarle non dette».
(J.D.Salinger)

«[...] la verità la conosce solo l’interessato,
ma lui stesso, nel momento in cui vuole comunicarla, diventa automaticamente un bugiardo. Tutto quello che si comunica può essere soltanto una falsificazione e una contraffazione, quindi sono sempre state comunicate soltanto falsificazioni e contraffazioni».
(T.Bernhard)