23/02/11

Il gioco

"Per chi è destinato a svegliarsi, nel corso della propria esistenza, non importa quale sia lo strumento che conduce il gioco, per alcuni può essere un’immagine, per altri una parola, per altri ancora una persona, ciò che importa è il destarsi del ricordo di ciò che siamo, di chi siamo, per potere sopportare tutto il resto. E si tratta di ricordare, perché non si può sapere quel che non si conosce."

da  >>tempus fugit

2 commenti:

qwe ha detto...

mi fa pensare a quell'aggeggio con cui mi divertivo da piccoletto...
quei due pezzi di cordino tenuti assieme da un anello in cui infilare un dito con delle palline alla base...
quelle palline che si incontravano e facevano uno schiocco per allontanarsi inesorabilmente in vista del nuovo incontro 180° su... e poi giu... e via via via andare...
chissà se loro ricordavano il vecchio schiocco e le loro emozioni poco prima del futuro incontro...
chissà se ne venivano condizionate...

Elena ha detto...

Lo schiocco nel momento in cui ricordiamo o ci sembra di ricordare chi siamo attraverso una cosa, un'immagine, una persona. Certi incontri sono questo. Come un profumo. Io continuo a sentirne alcuni da così tanti anni. E non ci sono veramente. Ma continuo a sentirli e sentirli. E io so che esistono ancora.