19/01/11

Lo spazio in mezzo



Ce la facevo meglio. Mi dibattevo in qualcosa che credevo fosse caotica intensità e infatti lo era. Nello spazio tra me e le cose c'era uno strato di giovinezza. Mi impediva di toccare la superficie dello spazio fuori di me, anche di sorridere con gli occhi e credo sia per questo che per molto tempo nelle foto ho avuto uno sguardo liquido, sentivo la necessità di alzare il volume della musica per sentirla contro il corpo, di toccare continuamente i miei amici e di fare cose nevrotiche come andare sulle macchine da scontro. Quello strato si é come asciugato nel tempo. Mi sento scoperta, tutto mi viene contro mi colpisce con violenza e non ho ancora trovato un modo per attutire i colpi. Ho paura di pensare che potrebbe aumentare. Cerco di ricordare cosa guardavo e come lo facevo. Mi vengono in mente solo momenti lunghissimi passati a fissare volti in fotografia. Nel tentativo di impossessarmi del loro segreto, o di rubargli l'anima. Annullando la distanza nella sfocatura fino a farli sparire.




Like a portrait in flesh, who trails on a leash
Will you see that I’m scared and I’m lonely?
So I’ll break up my room, and yawn and I
Run to the centre of thing


(David Bowie, Sweet thing)

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