30/08/10

Parole di carne

"(...) so come, con la poesia, o con la semplice impalcatura astratta del linguaggio, si possono costruire sistemi perfetti, particolareggiati, sottili, intelligenti, che culminano nella soluzione del mistero. Ma perché il mistero dovrebbe essere altrove? Esso é qui, intorno a noi, é la nostra evidenza quotidianamente constatata. E perché la poesia dovrebbe essere metafisica? Non é forse chiaro che essa é il riflesso del caos immenso in cui siamo?
(...)
    Il pensiero non si stacca mai dal corpo. Il linguaggio muore insieme all'uomo: effettivamente esso é, né più né meno, un frammento della sua carne."

(Jean-Marie Gustave Le Clézio, Estasi e materia)

4 commenti:

Ettore Fobo ha detto...

Sì, la poesia è un "riflesso del caos immenso in cui siamo". O, se vogliamo esagerare, ne è proprio il cuore.O almeno a me piace vederla così.

Elena ha detto...

Anche io vedo la poesia in questo modo, Ettore. E mi piace moltissimo.

Alex ha detto...

Ciao Elena. La poesia con Le Clézio non c'entra molto...Lo dimostra, penso, proprio questo libro dove tutto appartiene allo stupore senza distinzioni di sorta (prosa e/o poesia, visione e/o parola, etc.) Dovrei rileggerlo, magari scriverne un giorno.

Le Clézio è davvero sottovalutato, non soltanto da noi, e il Nobel sarà servito soltanto ad alzare le vendite di qualche suo romanzo.C'è una febbre in lui che non appartiene al consorzio dei letterati. Da leggere anche L'africano, ancora più straniero a sè stesso.

Elena ha detto...

Ciao Alex. Mi piace Estasi e materia, mi piace la scrittura ansiosa e fremente di Le Clézio. Tentando l'impresa di esplorare il mistero (prosaico, del minuscolo quotidiano) esplora profondamente il linguaggio, e così in qualche modo forse entra in contatto anche con la poesia, anche se non ne fa.

Riprenderò quel testo, sta lì e vibra come un richiamo.

Credo anch'io che dovresti scriverne. Ah si. Mi piacerebbe se lo facessi

:)