30/08/10

Intime esplorazioni letterarie

Il Diario intimo di Sally Mara di Raymond Queneau ha molto poco sapore di diario di una diciottenne, e invece un pungente aroma da divertimento pruriginoso da letterato scafato di mezza età. E' così poco probabile che una diciottenne ricorra instacabilmente al doppio senso e alla finta ingenuità, che tutta la prima metà del libercolo si rivela un erudito esercizio di stile nonché uno stuzzichino godereccio da cui trapela il luccichio un pò viscido dello sguardo da sporcaccione incallito rivestito da licenza letteraria. Curiosamente comunque il giochino risulta irritante e intelligente, e si procede senza fatica fino alla metà della storia di una famiglia irlandese non più scombinata della maggior parte delle famiglie, ma certamente meno ipocrita e più allegra. Questo alla fine é ciò che rende realmente liberatoria la lettura del "diario", che prende il volo nella seconda metà del libro, più dei tormentoni al limite della barzelletta sconcia che ricorrono instacabilmente ("Tenga duro, signorina!") e accompagnano l'altalena di mutadine calate, incontri appartati tra la vivace e curiosa Sally e la cavia di turno,  ambigue sculacciate, manipolazioni minuziosamente descritte, lingue e linguette, e torte di alghe e bevute di uischi a tutto spiano. Tutto é condito di una sapiente ricerca linguistica, perché l'interesse evidentemente reale per le potenzialità del linguaggio c'é. Anche se bisogna ricordarsi di ricordarsene, tra un doppio senso, un'esplorazione delle reciproche sensibilità, un'ennesima sbronza e una risata di gusto. Viene più facile dopo la sorsata amara finale.

Il diario  anche a teatro.

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