07/12/09

L'ovvio in bilico

Un accostamento casuale. Musica impazzita.
E' così che mi accorgo che ciò che non sono ancora è sempre stato qui, dentro di me, in ciò che ho sempre saputo di essere.

4 commenti:

Ettore Fobo ha detto...

Ciò che noi non sappiamo di noi stess è la nostra fortuna, è il nostro futuro. Il daimon greco, il Genius latino, è sempre stato con noi, eppure ignoto. Conoscerlo è spazzare via il tempo, ed essere, nonostante tutto il nulla che si trova elle parole “io sono”, un niente che pensa,e per ciò ,finalmente, umani. Ciò che ho perso ancora mi conduce, ciò che non so di me mi traina
verso il futuro. E sarà doloroso
scoprire che nelle parole io sono, a dispetto di tutto, esiste una sostanza, terribile dictu.

Elena ha detto...

Il niente di adesso tracima verso il futuro, si riempie di senso, proiezione di un nuovo niente, che sia fatto di pensiero, è già una promessa.

Emilia ha detto...

Credo anche io che abbiamo sempre saputo ciò che siamo, peccato che ci mettiamo a cairlo in parte tutta la vita, ma è un bel viaggio comynque anche se a volte doloroso e faticoso.
Un abbraccio

Elena ha detto...

Cara Giulia. ciò che sappiamo da sempre si rivela a gocce diluite in un mare in cui è difficile riconoscere la natura delle singole componenti. Ci vuole attenzione, cura, coraggio, voglia anche, di capire di ascoltare, di specchiarsi nell'altro..
Elena