27/11/09

Lavori oscuri



"Nonostante i miei sforzi per essere chiaro e lucido, non posso fare miracoli; non posso dare orecchie ai sordi nè occhi ai ciechi. Perciò coloro che amano il danaro e la gioia volgare, che hanno guadagnato centomila franchi nell'anno che ha preceduto il momento in cui apriranno questo libro, faranno bene a chiuderlo subito, specialmente se sono banchieri, commercianti, o rispettabili industriali, ossia gente dalle idee molto positive. Questo libro potrebbe riuscire meno astruso a chi avesse vinto molto danaro in Borsa o in una lotteria. Un tale guadagno può essere realizzato da chi ha l'abitudine di passare ore intere fantasticando o godendo la commozione che può dare un quadro di Proud'hon, una melodia di Mozart, o un certo strano sguardo della donna che gli occupa la mente. Non così perdono il loro tempo coloro che in fin di settimana distribuiscono il salario a duemila operai: la mente loro è sempre tesa verso l'utile e il positivo. Odierebbero il sognatore di cui parlo se ne avessero il modo, e lo prenderebbero volentieri a bersaglio delle loro facezie. Il milionario industriale sente in confuso che un tal uomo stima più un pensiero che una borsa con mille franchi. (...) I personaggi gravi, che godono nel mondo della nomea d'uomini saggi e punto romantici, possono molto più facilmente comprendere un romanzo, sia quanto si voglia appassionato, che non un libro filosofico, in cui l'autore descrive freddamente le varie fasi della malattia dell'anima chiamata amore. Il romanzo li commuove alquanto; ma nei riguardi del trattato filosofico, quei saggi sono simili ai ciechi che si facessero leggere la descrizione dei quadri d'un Museo, e che dicessero all'autore: "Dovete convenire, caro signore, che questo lavoro è terribilmente oscuro".

(Stendhal, L'Amore, Prima Prefazione)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

"Romeo: Taci, taci, Mercuzio, taci!
tu parli di niente.



Mercutio: E' vero, io parlo dei sogni,
che sono figli di un cervello ozioso,
generati da nient'altro che da una vana fantasia,
la quale è di una sostanza sottile come l'aria,
e più incostante del vento, che in questo momento carezza
il gelido grembo del settentrione, e, corrucciato,
se ne va via sbuffando, e volta la faccia
verso il mezzogiorno stillante di rugiada"


[W. Shakespeare]

Elena ha detto...

Grazie, bellissimo e pertinente.
Quel vento, che "carezza il gelido grembo del settentrione, e, corrucciato,
se ne va via sbuffando, e volta la faccia
verso il mezzogiorno stillante di rugiada", qui regna sovrano.

Solimano ha detto...

L'amore, il cosidetto amore, può essere veramente una malattia dell'anima.
Perché la domanda chiave è: "amore intelligente" è un ossimoro o no? Dalla risposta a questa domanda discende, quasi matematicamente, il resto.
Meglio Gina Sanseverina e Mathilde de La Mole, che Clelia e Madame de Renal... per restare con il mio amato Stendhal... comincio a pensare che sia più interessante il Conte Mosca che Fabrizio del Dongo... mbah!

grazie Elena e saluti
Solimano

Elena ha detto...

L'amore intelligente o che lotta costantemente per riuscire ad esserlo è l'unico tipo di amore che può essere vissuto con pienezza, superando di volta in volta i propri limiti.
Malattia dell'anima, credo di si, di cui arriva a risentire anche il corpo.
La certosa di Parma è un ricordo tanto lontano che di Stendhal mi sembra di conoscere a malapena il nome. Poche righe in rete de L'Amore mi hanno spinta all'acquisto, non ero convinta, ma a metà della prefazione sono già soddisfatta, e completamente risarcita.

Ciao Solimano

Solimano ha detto...

La Chartreuse è una meraviglia, scritta in 52 giorni.
Come disse Guido Piovene (mi sembra...) non c'è un momento d'afa, nella Chartreuse. L'ho letta anche nel francese limpidissimo di Stendhal. Avevo a fianco la traduzione italiana, ma non ne ho avuto quasi mai necessità (però prima l'avevo letto due volte in italiano).
Le rouge et le noir sarà senz'altro più importante, ma una donna come Gina Sanseverina! Vabbè, Mathilde de la Mole, Madame Renal... bei personaggi anche loro...
E' strano e a suo modo bello che Stendhal, di persona, generalmente non piacesse alle donne. Bello perché continuava a farsele piacere lo stesso.

grazie Elena e saluti
Solimano

Elena ha detto...

Ho capito. La Certosa dovrò riesumarla.
Grazie Solimano..

Elena

Anonimo ha detto...

Non ho letto questo libro di Sthendal, ma mi hai molto incuriosito.
Grazie

ivy ha detto...

un libro per me... ho letto solo il rosso e il nero e mi è piaciuto, ma dopo questo pezzo che hai scelto di farci leggere lo trovo irresistibile

Elena ha detto...

Ciao Giulia, ciao Ivy,
e sono appena all'inizio del primo capitolo...
Grazie e a presto

Elena