13/07/09

Presente

Priva di viscere. Senza vene, senza ossa. Tocco una mano con l'altra per capire se ci sono, ascolto attenta le risposte della pelle. Solo calore, energia sotterranea.
Attraverso l'alba solo con gli occhi e i capelli, cerco di domarli come onde in tempesta.
E mi prendo rivincite contro questa notte troppo nera che ho navigato senza un sogno, mentre avrei voluto guardare dritto in faccia le ombre. Avrei voluto dedicarmi a tutti i nodi di parole che ancora non ho sciolto.
Non so se c'è tempo, o se devo scavare per trovarne uno.
Verso il latte, spalmo crema solare su schiene nuove e fragili da difendere. Schiene che solo a guardarle hai paura di poter piegare. Poi penso, saranno come alberi, alti e frondosi.
Afferro oggetti e li poggio altrove, in effetti qui tutto si riduce a questo, uno spostamento di oggetti. Dovrei capire quale spostamento è utile e quale no. Il tempo è poco.
Devo andare, scappo di nuovo, ma non per molto.
Sembra che ogni cosa si arrotoli su un eterno presente sconnesso.

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