10/07/09

Il tempio
















(René Magritte, L'invention de la vie, 1928)

Allora in un caso del genere il tuo tempio è il sé e il sentimento. In un esempio del genere sei un fanatico del desiderio, uno schiavo dei soggettivi, ristretti, individuali sentimenti del tuo io; sei un cittadino del nulla. Diventi un cittadino del nulla. Sei solo e isolato, in ginocchio di fronte a te stesso. (...) In un caso del genere diventi lo schiavo che crede di essere libero. La più patetica delle schiavitù. Non tragica. Non da cantare. Credi che potresti morire due volte per un'altra persona ma in realtà moriresti per il tuo io solitario, per i suoi sentimenti (...) Tu in un caso del genere non hai nulla. Ti reggi sul nulla. Niente terreno o roccia sotto i piedi. Cadi; fluttui qua e là. Come si dice: "tragicamente, involontariamente, perduto".

(D.F. Wallace, Infinite Jest)

5 commenti:

la Lettrice ha detto...

E chi, effettivamente, può dire di non reggersi sul nulla? Tutto ciò che è fuori, se c'è, è relativo...in continua evoluzione e trasformazione a seconda della prospettiva dalla quale lo guardi...come possiamo esser certi che effettivamente esista un fuori? E allo stesso modo, cosa sappiamo di noi stessi? Ogni istante che vivo mi dimostra quanto poco conosco me stessa...o forse non è nemmeno questo, l'impossibilità di conoscersi...il fatto è che noi siamo in continuo mutamento...ogni impulso ricevuto da ciò che c'è fuori causa un cambiamento in noi stessi...come possiamo dire di avere terreno o roccia sotto i piedi?

Elena ha detto...

Ci si può riuscire, guardare fuori come attraverso acqua limpida, perdere coscienza di se stessi. Forse non per sempre, come dire i nodi prima o poi vengono al pettine... ma può accadere, il fuori unico oggetto del nostro sguardo, l'illusione di avere roccia sotto i piedi.

la Lettrice ha detto...

E' appunto un'illusione...

la Lettrice ha detto...

E allora sarà molto più patetica la schiavitù di chi morirebbe per un'illusione...

Elena ha detto...

Cara Lettrice, credo che quanto più si cade nel patetico tipico di chi insegue illusioni, tanto più ci si preserva puri, e integri.