25/06/09

Scrivere, sparire

"(...) la scrittura si dispiega come un gioco che oltrepassa infallibilmente le proprie regole, passando così all'esterno. Nella scrittura il pericolo non sta nella manifestazione o nell'esaltazione del gesto di scrivere; non si tratta di incastrare un soggetto in un linguaggio; si tratta dell'apertura di uno spazio in cui il soggetto non cessi di sparire."

(Michel Foucault, Scritti lettarari)

6 commenti:

Amfortas ha detto...

Sembra una dichiarazione d'intenti.
Ciao :-)

ivy ha detto...

lo hai fatto apposta vero? a postare in questo giorno dico..
foucault è morto proprio il 25 giugno, 1994 ore 13 e 30 se non erro...
trascrivo anche io se non ti spiace qualche parola sua.. ma a memoria.. spero di ricordare bene.. in suo onore.
"non domandatemi chi sono e non chiedetemi di restare lo stesso"

Gioacchino ha detto...

Ci ho pensato, se è vero che scompariamo dietro le nostre vite immaginarie. La risposta all'inizio era: No, poi è diventata: Forse, ma dopo tutto ci sono modi peggiori di perdersi. Infine, mi sono imbattuto in questo passo della "Mela d'oro" di Hugo von Hofmannsthal. Affido a essa mio messaggio: «Non era tanto un’insoddisfazione della propria vita, quanto una rappresentazione lusinghevole di come avrebbe potuto essere diversa, una febbre silenziosa in cui si svolgevano con eccessivo diletto vicende non vissute... Tornava a lei il senso della sua natura di fanciulla, anima e corpo, e avvolta in un destino che non era divenuto il suo conduceva con amici e nemici sconosciuti, con larve indistinte, colloqui in cui si effondeva tutto ciò che giaceva in lei di inespresso e infruttuoso, una tale profusione di inesauribili possibilità, di gioco e d’abbandono, che trascinava con sé e sommergeva la realtà... Non sapeva che era appunto la moltitudine di queste possibilità interiori che la preservava da desideri volgari».

Gioacchino

Elena ha detto...

Eccomi qui, tornata. Lo sai Amfortas, queste parole mi hanno colpito proprio perchè suonano personali e intime in un saggio, dove ci si aspetterebbe (forse sbagliando) un tono piuttosto freddo, da trattato. Ma scrivere un trattato sulla scrittura, sul rapporto tra scritto e autore per chi scrive forse significa esattamente questo, esprimere qualcosa di intimo.
Davvero non l'ho fatto apposta, Ivy, non sapevo che Foucault fosse morto il 25 giugno nè tantomeno a che ora, sto leggendo questo saggio da un pò, e il perchè mi sia venuto in mente di postare le sue parole proprio in quel momento non so, ma a questo punto ci stava tutto..
Gioacchino. A volte penso di darmi delle giustificazioni quando sostengo di affermare me stessa più attraverso le mie vite immaginarie che non attraverso quella reale. Forse giustifico le mie incapacità, o i miei problemi psicologici come più di qualcuno che conosco li definirebbe. Nel profondo però sento di dare la giusta intensità alle cose, anche quando mi sembra di guardarle troppo dall'alto, da troppo lontano. Anche quando sono gli altri a vedermi lontana. Le parole che riporti qui (e non so se sai che torno dall'Austria), mi fanno progettare di trovare prima di subito la tua Mela d'oro. Le cose che scrivi sono sempre così, troppo pertinenti, giuste. Bellissime.

Blessing Sunday Osuchukwu ha detto...

Senza la scrittura, le parole non hanno una presenza visiva, anche quando gli oggetti che rappresentano sono visibili; esse sono soltanto suoni che si possono richiamare, ricordare, ma non c'è luogo alcun dove cercarli...

Elena ha detto...

Anch'io penso che scrivere sia un luogo Bless.
Elena