13/06/09

L'inutile e l'attesa

E' curioso questo ruotarsi intorno in orbite sempre troppo lontane dal centro. So quanto sia illusorio lo sguardo più intenso che sembra avvicinare un sole all'altro, so anche che l'unico modo di sfiorarsi davvero è farlo parlando di vento, evitando le cadute di senso.
Potrei alzare il telefono per dire della luce di oggi, di quanto illumina allo stesso modo lo sbattere d'ali di questa mattina e la danza delle mie braccia attraverso le stanze di un sabato e respiri al melograno. Potrei raggiungere chi voglio con due tasti e scrivere di come perdo e ritrovo il senso in ogni momento e di come l'inutile e l'attesa mi schiacciano o mi guariscono con opposte proprietà. Se mi viene da chiedermi il perchè delle mie giornate, dei miei gesti, trovo il modo di distogliere lo sguardo, mi disperdo nell'aria fresca alla finestra, chiudo gli occhi e sento il brivido del niente, diffondo voce e musica nel vuoto, tuffo il viso nel tepore umido di braccia di cui so di essere àncora in qualunque mare. Cerco le solitudini altrui per ritrovarmi, sguardi unici che vorrei saper restituire. Poi mi affido alle parole, chissà come, sanno sempre ciò che voglio dire.

2 commenti:

gaz ha detto...

Rifletto sulle parole che dici e le ritrovo vere, specchio del mio sentire.
Inutile e attesa che si susseguono e cambiano senso al giorno.
Pensarci e parlarne fa bene.

Elena ha detto...

Ciao gaz,
è molto difficile condividere, superare certe solitudini. A volte si incrociano sguardi o anime o parole che sono una promessa. Ma nessun contatto è veramente possibile.
E' quasi inevitabile dover ignorare certi richiami, per non scontrarsi con ciò che non si può cambiare.

Un caro saluto