04/05/09

Tutto in un'altra luce


(René François Xavier Prinet, Sonata a Kreutzer, 1901)

"Oh, è qualcosa di terribile quella sonata. E specialmente quel tempo iniziale. Del resto, la musica in generale è una cosa tremenda. Ma che cos'è poi? Io non lo capisco. Cos'è la musica? Che effetto ha su di noi? E perchè ha l'effetto che ha? Si dice che la musica abbia l'effetto di elevare l'animo, ma non è vero, sono sciocchezze! E' certo che un effetto ce l'ha, un effetto terribile, almeno su di me, ma niente affatto nel senso di elevare l'animo. Essa non ha l'effetto di elevare l'animo, e nemmeno di abbatterlo, bensì quello di eccitarlo. Come potrei spiegarglielo? La musica mi costringe a dimenticarmi di me stesso, a dimenticare la mia situazione concreta, e mi trasporta in una situazione diversa, che non è la mia; sotto l'influenza della musica mi sembra di sentire ciò che in realtà non sento, di capire ciò che in realtà non capisco, di poter fare cose che in realtà non posso fare. (...)
Di colpo la musica mi trasporta direttamente nella condizione spirituale in cui si trovava il suo autore al momento di scriverla. La mia anima si fonde con la sua, ed io mi vengo trasferendo insieme a lui da uno stato d'animo all'altro, ma perchè questo accada io non lo so. Certo colui che ha scritto la musica - mettiamo che si tratti della Sonata a Kreutzer di Beethoven - sapeva perchè si trovava in quel tale stato d'animo, che lo spingeva a compiere determinati atti e che perciò per lui aveva un senso; ma per me, invece, non ne ha nessuno. E appunto per questo la musica non fa che eccitare, ma non conclude. (...) Un pezzo come quello lo si può sonare solo in certe circostanze, particolarmente gravi e significative, e solo quando bisogna compiere certe azioni di un'importanza corrispondente a quella musica. Lo si può sonare per fare poi ciò a cui quella musica ci ha diposti e preparati. Invece una sovreccitazione - inopportuna sia per il luogo che per il momento - di un'energia o di un sentimento che non hanno poi modo di manifestarsi, non può non avere un effetto distruttivo. Perlomeno su di me l'esecuzione di quel pezzo ebbe un effetto terribile: fu come se mi si scoprissero sentimenti nuovi, che mi pareva di non aver mai conosciuto, come se mi si svelassero nuove possibilità di cui fino ad allora non avevo avuto sentore. Fu come se una voce mi parlasse nell'intimo e mi dicesse: ecco com'è che si deve vivere e pensare, e non come vivevi e pensavi prima! Non potevo assolutamente rendermi conto in che consistesse quella novità che mi si era rivelata, ma la semplice coscienza di questa nuova condizione spirituale mi dava molta gioia. Tutte le persone che avevo lì intorno, compreso lui e mia moglie, mi apparivano adesso in tutt'altra luce."

(Lev N.Tolstoj, Sonata a Kreutzer)


9 commenti:

quoyle ha detto...

Ma che meraviglia, effetto terribile, e' proprio cosi', supremo Tolstoj

Elena ha detto...

Questo discorso sulla musica, sulla sua inspiegabile potenza, come altre piccole grandi meraviglie sparse qua e là, vale tutto quanto il lungo monologo. Supremo, è così, e non mi sorprende che ti abbia colpito
Ciao quoyle

quoyle ha detto...

Ed e' fantastico ritrovare il piacere di lasciare un commento, dopo credo un paio di anni :-)
Anche questo e' il potere supremo della musica.
ciao
fabio

Elena ha detto...

Un paio d'anni?
Beh, grazie allora,
sono lusingata :-)

quoyle ha detto...

piu' o meno si mese piu' mese meno...

elisa ha detto...

..e poi Tolstoj s'è perso tutto il rock..pensa che viaggi avrebbe intrapreso con i Pink Floyd, per esempio,..:-)

Elena ha detto...

Già, alla fine la musica è musica. Quel potere esiste ed è indipendente dal genere.
In qualche modo mi hai anche letto nel pensiero, perchè proprio stamattina sono approdata sui lidi del rock, i miei eterni ritorni protrei dire, e stavo preparando qualcosa da mettere qui...
e lo farò presto
ciao elisa :-)

Solimano ha detto...

Parere del tutto personale. Non condivido il nesso che si stabilisce normalmente fra un'opera del giovane Beethoven (scritta prima dell'Eroica) e le considerazioni del tardo Tolstoj scritte ottant'anni dopo. Sono due mondi completamente diversi. La Sonata a Kreutzer è del tutto classica, esprime un atteggiamento eroico, drammatico e luminoso. Molto diverso Tolstoj in quegli anni, in cui le ossessioni personali (soprattutto familiari) lo portavano a stravolgere tutto quello che leggeva ed ascoltava. Dalla musica ci si fa invadere felicemente, non si protubera sulla musica, difatti l'ascolto richiede un'armonia interiore ed una disponibilità, una vera spaziosità. La musica può far male? Ebbene sì: a chi sta già male di suo. Il nesso è entrato talmente nelle abitudini che il critico Luigi Di Fronzo su la Repubblica ha scritto, paradossalmente: "la tolstoiana sonata a Kreutzer". Ottanta anni di distanza...
Vado ancor più sul personale: la sonata a Kreutzer di Beethoven, la nona che ha scritto su dieci, è la più alta con la settima, molto meno nota ma bellissima. Mentre faccio molta fatica a leggere ciò che scrisse Tolstoj nei trentacinque anni successivi ad Anna Karenina, grande capolavoro che ho letto più volte e che rileggerò ancora. Però... se il racconto di Tolstoj è servito a fara conoscere un capolavoro come la sonata di Beethoven... si tratta di una felix culpa!

grazie Elena e saludos
Solimano

Elena ha detto...

Se un nesso c'è credo sia tra uomo (ossessionato) e musica come universo più che come singola opera.
Ma, a parte la grandezza indiscussa che mi lascia comunque contenta e molto di aver letto qualcosa di suo, avrei dovuto incontrare Tolstoj per la prima volta in un'altra fase della sua esistenza, questo è certo. Ed è quello che consiglierei a chi non lo abbia ancora mai letto.
Ciao Solimano